L’Enea ha pubblicato il suo corposo rapporto annuale sull’efficienza energetica e in questa edizione non poteva mancare un’analisi della situazione alla luce del Covid-19. “Sulla base di dati e informazioni disponibili a livello nazionale – si legge nel documento-, è stata effettuata una valutazione preliminare degli effetti della pandemia sui consumi energetici rispetto allo scenario tendenziale. Per l’intero Paese, la diminuzione della domanda energetica sarà compresa tra il -7,4% nell’ipotesi conservativa e il -11,1% nell’ipotesi più pessimistica”.
Fra i dati generali nazionali del rapporto ENEA spicca quello relativo all’obiettivo di risparmio energetico, indicato dal Piano d’Azione Nazionale per l’Efficienza Energetica e dalla Strategia Energetica Nazionale per il periodo 2011-2020. A fine anno scorso l’obiettivo risultava essere stato conseguito al 77,2%.
In particolare, il settore residenziale ha già superato il target indicato dal Piano, mentre l’industria è ben oltre la metà del percorso (61,9%). Sono invece i trasporti ad essere ancora a metà del guado (50,4% dell’obiettivo), mentre il terziario, pubblica amministrazione compresa, è il fanalino di coda che ha raggiunto meno di un terzo dal target prefissato (29,4%).
Tra gli strumenti che hanno consentito il raggiungimento di questi risultati sul fronte del risparmio energetico hanno giocato un ruolo importante le diagnosi energetiche, fondamentali per ottimizzare gli interventi di efficienza energetica nelle imprese. Il rapporto indica che a dicembre 2019 sono state presentate circa 11.200 diagnosi e se fossero stati realizzati tutti gli interventi individuati, si sarebbe potuto otterrebbe un risparmio totale di 3,7 Mtep/anno. Una stima che purtroppo sarà difficile da raggiungere a causa della pandemia che ha bloccato molti interventi.